Senza acqua non c'è vita:
la situazione dell'acqua a Chitima
dalla redazione di Roma, 18.01.2021
Il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, organismo della Santa Sede, porta avanti da alcuni anni la riflessione sui problemi relativi alle risorse idriche mondiali, in particolare facendo conoscere la sua posizione in occasione dei periodici Forum Mondiali dell’Acqua.
Nel novembre del 2018, inoltre, ha organizzato a Roma, presso l’Università Urbaniana, la Conferenza sul tema Governing a common good: access to drinkable wator for all al quale ha partecipato con una sua testimonianza anche dona Lúcia, Responsabile del progetto O Viveiro, presentando il power point che trovate a questo link: http://www.humandevelopment.va/content/dam/sviluppoumano/water-resources/41.pdf e di cui trovate la traduzione in italiano qui di seguito:
"SENZA ACQUA NON C'È VITA"
PER VIVERE L’ESSERE UMANO HA BISOGNO DELL’ACQUA, PARTE INTEGRANTE DELLA VITA STESSA.
STIAMO PARLANDO DEL VILLAGGIO DI CHITIMA, NEL DISTRETTO DI CAHORA BASSA, A TETE, LA PROVINCIA PIÙ CALDA DEL MOZAMBICO, DOVE NON C'È ABBASTANZA ACQUA PER RIFORNIRE I SUOI 85.000 ABITANTI. QUESTO PROBLEMA COMPROMETTE IL SUO SVILUPPO, LA SALUTE E LA QUALITÀ DELLA VITA DELLE POPOLAZIONI CHE VI ABITANO.
SVILUPPO
CHITIMA HA UNA TERRA FERTILE MOLTO FERTILE, MOLTO PROPIZIA A UNA PRODUZIONE AGRICOLA DI GRANDI PROPORZIONI, UNA PORTA APERTA ALLO SVILUPPO DEL SETTORE AGROALIMENTARE, MA CON GRANDE TRISTEZZA DEVO DIRE CHE L’ACQUA, NON C'È! QUESTA MANCANZA È DOVUTA AL FATTO CHE IL SUO FIUME È ASCIUTTO, E RICEVE L’ ACQUA SOLO NELLE RARE STAGIONI DELLE PIOGGE E ALLA INADEGUATEZZA DELLA RETE IDRICA DI SFRUTTAMENTO DELLE ACQUE.
SALUTE E QUALITÀ DELLA VITA
LA MANCANZA DI UN SISTEMA IDRICO FA SÌ CHE LE POPOLAZIONI DIPENDANO DA PICCOLI POZZI TRADIZIONALI CHE SI TROVANO NEL "FIUME SANANGUE", QUESTO SPAZIO VIENE CONDIVISO CON GLI ANIMALI E VI SI TROVANO ANCHE RIFIUTI OLTRE AI DETERSIVI: INSOMMA, SONO ACQUE ALTAMENTE INQUINATE.
IL FIUME SANAGUE
PICCOLI POZZI TRADIZIONALI
L’UOMO E L’ANIMALE
L'ALTRO PROBLEMA È CHE OLTRE ALLA MANCANZA DI UNA RETE IDRICA ADEGUATA, QUELLA POCA ACQUA, CHE CON MOLTO SACRIFICIO SI TROVA NEL FIUME SANANGUE, NON È ADATTA AL CONSUMO UMANO, CAUSANDO DIARREA E INFEZIONI DELLE VIE URINARIE.
“O VIVEIRO TETE, SONHA COM OS ANJOS”
È IN QUESTO VILLAGGIO CHE SI TROVA IL CENTRO " O VIVEIRO TETE, SOGNA CON GLI ANGELI", UN ACCOGLIENTE CENTRO DI ACCOGLIENZA DI RAGAZZE ORFANE / VULNERABILI
DAL NOVEMBRE 2011 (ANNO IN CUI IL CENTRO HA ACCOLTO LE PRIME 23 RAGAZZE), ANCHE IL CENTRO HA SOFFERTO PER LA MANCANZA D'ACQUA E SI È SERVITO DELLE VARIE FONTANE CHE SI TROVANO IN ZONA E DELLE QUALI SI SERVE LA POPOLAZIONE LOCALE. TUTTAVIA, L'ACQUA PROVENIENTE DA QUESTE VARIE FONTI NON È SODDISFACENTE, POICHÉ L'ALTO LIVELLO DI SALE LA RENDE INADATTA AL CONSUMO UMANO.
DI FRONTE A QUESTO PROBLEMA, IMPORTANTE PER LO SVILUPPO DELLE ATTIVITÀ NEL CENTRO, E CHE IN CERTA MISURA METTEVA A RISCHIO LA NOSTRA SALUTE, ABBIAMO MESSO IN ATTO VARIE INIZIATIVE PER CERCARE ACQUA POTABILE ALL'INTERNO DEL NOSTRO TERRENO, APRENDO POZZI, MA ANCHE DA NOI IL LIVELLO DEL SALE NELL’ACQUA ERA TROPPO ALTO. TUTTAVIA, È STATO CON IL SOSTEGNO DELL'ASSOCIAZIONE "O VIVEIRO ONLUS” DI ROMA, PRESIDEDUTA DALLA SIGNORA FLAMÍNIA GIOVANELLI, CHE ALLA FINE DEL 2017, E’ STATA CONTATTATA L'AZIENDA HIDROFONTES PER L’APERTURA DI DUE NUOVI POZZI.
DOPO UNO STUDIO DELLE CONDIZIONI DELLA TERRA, LA LUNGA ATTESA È STATA SODDISFATTA, PERCHÉ NEL GIUGNO DEL 2018 ABBIAMO PROVATO UNA GRANDE GIOIA E ABBIAMO RINGRAZIATO DIO CON COMMOZIONE E GRANDE SODDISFAZIONE, GRATI PER LA REALIZZAZIONE DEL NOSTRO GRANDE SOGNO. DUE BUCHI, ACQUA POTABILE, UNA LUCE DI SPERANZA, UN FUTURO.
IL GOVERNO LOCALE STA LAVORANDO CON LA SOCIETÀ HCB-HIDROELECTRICA DI CAHORA BASSA E L’AZIENDA MINERARIA ENRC , PER PORRE RIMEDIO A QUESTA TRISTE SITUAZIONE PER LA GENTE CHE SI TRASCINA DA TEMPO, CON L'AGGRAVANTE CHE QUESTA POPOLAZIONE TENDE A CRESCERE A CAUSA DELLE AZIENDE E DELLE ORGANIZZAZIONI CHE VI SI STABILISCONO.
ULTIME CONSIDERAZIONI
IL PROBLEMA DELLA SCARSITÀ DI ACQUA A CHITIMA È UN PROBLEMA SERIO, PERCHE’ RIGUARDA LA SALUTE E LA QUALITÀ DELLA VITA DELLE POPOLAZIONI CHE VI ABITANO, ED È QUINDI URGENTE CREARE:
❖ UN SISTEMA DI RACCOLTA E DI APPROVVIGIONAMENTO IDRICO IN GRADO DI NUTRIRE L'INTERA POPOLAZIONE.
❖ UN CENTRO DI TRATTAMENTO DELL'ACQUA PER GARANTIRE NON SOLO CHE CI SIA ACQUA, MA ANCHE CHE QUESTA SIA ADATTA AL CONSUMO.
IN CONCLUSIONE: CI APPELLIAMO ALLE SENSIBILITÀ DEI PAESI, DELLE ORGANIZZAZIONI E DELLE PERSONE, LADDOVE PERCHE’ IL BISOGNO DELL’ACQUA SIA ASCOLTATO, PERCHÉ SI TRATTA DI UN BENE COMUNE E UN DIRITTO DEL QUALE OGNI PERSONA, SENZA DISCRIMINAZIONI, DEVE GODERE. CON ACQUA, ACQUA POTABILE AVREMO SALUTE PRODUZIONE E PROSPERITA’, VITA E ANCORA VITA….
GRAZIE MILLE
LUCIA MUZUZA ADAMO
Intervista a Padre Costantino Bogaio
dalla redazione di "O Viveiro Roma", 15.12.2020
Padre Costantino Bogaio è il Superiore Provinciale dei sacerdoti comboniani del Mozambico, Presidente dei Superiori Maggiori del Paese. Conosce fin dalla sua nascita la associazione “O Viveiro” e ne è l’assistente spirituale. Gli abbiamo rivolto alcune domande:
D. Padre Costantino ci dica qualcosa sulla situazione in Mozambico oggi, cominciando dalla pandemia dovuta al Covid 19
R. Per quanto riguarda la pandemia dobbiamo ringraziare il cielo, in Mozambico i numeri sono molto bassi, si parla di cento sessanta persone decedute, un numero veramente molto ridotto se paragonato a quello di altri Paesi, bisogna anche considerare che abbiamo dovuto comunque seguire le loro stesse precauzioni e siccome la nostra struttura sanitaria non era grado di sostenere questa realtà, in poco tempo si è trovata al collasso. Sì, ci sono stati purtroppo moltissimi inconvenienti, l’isolamento e il rallentamento del processo economico ci hanno danneggiato molto, i prezzi sono saliti e la povertà è molto aumentata. Anche il sistema educativo è stato molto danneggiato, questo nuovo metodo di insegnamento genera molti ritardi e difficoltà. La Chiesa, comunque, ha lavorato molto nell’incoraggiare la popolazione e continuerà a farlo.
D. Ci sono altre situazioni complesse nel suo Paese?
R. C'è una situazione ancora più grave in Mozambico ed è quella legata al terrorismo. Preoccupa la Chiesa e noi tutti. Il terrorismo sta uccidendo un gran numero di persone, è un pericolo maggiore rispetto al Covid 19. Sono stato pochi giorni fa a visitare un centro per rifugiati a Pemba, ce ne è un altro a Nampula, entrambe le diocesi sono coinvolte nell’accoglienza ai rifugiati, a Pemba ci sono circa 3000 famiglie che vivono assiepate nelle tende senza condizioni igieniche adeguate. È una situazione insostenibile e noi come Chiesa cerchiamo di dimostrare la nostra solidarietà motivando le diocesi vicine. I rifugiati sono veramente molti, scappano dal terrorismo, in tutto si parla di circa 14000 persone, distribuite in diversi centri del Paese ma probabilmente sono di più. Come dicevo, la Chiesa cerca di dimostrare la sua solidarietà attraverso la sua rete, si preoccupa moltissimo di sostenere le persone in difficoltà in quelle zone. Infine ci sono anche altre situazioni difficili causate da dissidi di carattere politico. Questa è la situazione in Mozambico in questo momento.
D. E per quanto riguarda il Centro di accoglienza “O Viveiro”?
R. La situazione creata con il Covid 19 ha toccato anche il Centro di accoglienza “O Viveiro” dove, grazie a Dio, non ci sono stati casi fino adesso. Certo si è dovuto fare ricorso al confinamento, adesso un po’ meno rigido, alcune ragazze delle classi superiori, infatti, hanno ripreso ad andare a scuola.
D. Da quanto tempo conosce il Viveiro?
R. Sin dall’inizio, sono diventato parroco di Chitima un anno dopo la sua creazione, il Viveiro non è un centro, è una famiglia, dove vengono recuperate ragazze che vengono da situazioni di estrema povertà e che trovano la possibilità di studiare e specializzarsi, ma trovano soprattutto la speranza di un futuro dignitoso che sono incoraggiate a costruire per sé stesse. Non immaginiamo cosa significhi seguirle giorno per giorno e insegnare loro ad affrontare la società ed il mondo del lavoro e soprattutto ad avere autostima. Io lo ripeto sempre: “O Viveiro” è una grande famiglia. Le “figlie”, divenute grandi, ritornano. E “O Viveiro”, comunque, continua a seguirle. Ormai è una realtà conosciuta ed apprezzata in tutta la zona di Chitima.
D. E sul progetto della “Carne seca?” Cosa ci dice?
R. Il gruppo di allievi dell’Università del Cile guidati dal Prof. José Luis Riveros in collaborazione con l’Associazione “O Viveiro” ha introdotto questo nuovo progetto e questa produzione poteva essere un aiuto in più per il centro. Questa carne, infatti, non ha bisogno di essere custodita in frigorifero perché viene cotta al sole. A Chitima però non esiste ancora la cultura della carne secca. Essendo la località vicina a un fiume, si usa seccare il pesce e non la carne. In altre città del Mozambico la si trova facilmente. Comunque la carne fresca venduta al centro è molto buona e molte persone la vengono a comprare. Bisognerà aspettare che cambi la cultura al riguardo per promuoverne la produzione, è solo una questione di tempo.
Queridos tios
Tra Chitima e Roma, 20.11.2020
Cari tutti, prima di ogni altra cosa vorremmo sapere come state. Noi, per grazia del Signore, stiamo bene. Scriviamo questa lettera per ringraziarvi per il pacco che abbiamo ricevuto da voi...... |
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Da Claudia, Teresa, Marcia, Paciencia, naturalmente dona Lùcia e le altre ragazze sono arrivate letterine, whatsapp e fotografie di ringraziamento per l’ultimo pacco che abbiamo spedito a Chitima grazie al generoso aiuto di DHL. Spedire un pacco per il Mozambico è sempre un’avventura e siamo felici che tutto sia arrivato a destinazione.
Siamo riusciti a mandare tutto quello di cui le nostre ospiti avevano bisogno (laptops, lenzuola, asciugamani, macchine da cucire, macchine per la plastificazione dei documenti) e che è difficile reperire a Tete e dintorni.
Ogni ragazza ha ricevuto una cartellina personalizzata con quaderni penne e matite: delizioso e generoso omaggio dai bambini della parrocchia di San Roberto Bellarmino. In più, ci siamo tolti lo sfizio di aggiungere anche qualche piccola sorpresa scelta di testa nostra.
Il Circolo di San Pietro (Roma) ha inviato 100 chili di pasta Divella: potete vedere dalla foto che l’hanno immediatamente apprezzata. Noi però ci chiediamo quanto le stupirà il fatto che la pasta non si chiami più Barilla ma Divella: fin’ora infatti annunciavano allegre “vamos comer Barilla hoje!”.
Grande soddisfazione è venuta dalla macchina per impastare dolci.
Chissà quale sarà la prima ricetta che proveranno?
Cucine esotiche
Riflessioni da Roma, 11.11.2020
Spesso, durante le visite dei soci e dei sostenitori a Chitima, ci siamo impegnati reciprocamente in uno scambio culturale molto nutriente e appagante.
Il fatto di incontrarsi e conoscersi pur venendo da realtà tanto diverse è uno dei lati più esaltanti di questa esperienza, del nostro impegno. Per noi, avvicinarsi al mondo delle ragazze e del loro contesto culturale ha voluto dire toccare con mano e approfondire quello che solo intuitivamente, o meglio solo teoricamente, sapevamo della loro cultura e del loro paese. Ha voluto dire sviluppare una sensibilità nuova rispetto al loro contesto, una comprensione più profonda della loro realtà, il superamente di timori e pregiudizi. Ha incoraggiato e accresciuto il nostro desiderio di essere di sostegno alla crescita delle ragazze.
Cosa ha voluto dire, per loro, conoscere noi? È difficile dirlo, ma speriamo che, anche per le bambine e le ragazze, per quelle che sono lì e per quelle poche che siamo rusciti a portare in visita in Italia fin'ora, la nostra presenza sia stata fonte di curiosità e di riflessione, abbia permesso loro di guardare più lontano, di aprire nuovi orizzonti di pensiero. Speriamo che anche loro abbiano potuto mettere da parte alcuni inevitabili pregiudizi.
Siamo convinti che l'incontro, lo scambio, la conoscenza reciproca, l'imparare l'uno dall'altro sia parte integrante del senso del nostro progetto e ci auguriamo di poter continuare in modo sempre più reciprocamente nutriente in questa direzione.
Ah, dimenticavamo quasi... A questo proposito, abbiamo condiviso con le ragazze gli spaghetti con il ragù, il ciambellone al cioccolato, pane e Nutella, i panini con la verdura e gli gnocchi di patate al sugo di pomodoro. Vedete nella foto Imaculada impegnata nella preparazione di un piatto che ha deliziato tutti, grandi e piccoli. Patate e pomodori tutti rigorosamente dal nostro orto! E la farina dal nostro mulino...
A nostra volta noi abbiamo imparato a mangiare il mili pap caldo la mattina con un po' di miele, le pannocchie alla griglia e i deliziosi bastoncini di carne secca (simili al biltong sudafricano) che molti di noi ormai si portano dietro quando vanno a camminare in montagna.
Un'email di dona Lùcia
Da Chitima, 8.11.2020
Riceviamo da dona Lùcia Meque Muzuza Adamo, la direttrice di “O Viveiro Tete” :
“In questo periodo di grave pericolo a causa della pandemia, le attività del Centro si sono volte seguendo le istruzioni provenienti dalle autorità locali e dal momento che non era possibile frequentare la scuola abbiamo organizzato delle lezioni al Centro, basate soprattutto sulla lettura. Le lezioni sono state impartite dal prof. Zaccaria e da me stessa. Con queste lezioni abbiamo dato seguito al Concorso di Lettura che abbiamo già organizzato due volte e che speriamo possa diventare annuale. All’ultima edizione hanno partecipato quasi tutte le scuole del Distretto di Cahora Bassa ed i professori si sono complimentati per la preparazione degli allievi, soddisfatti di vedere ragazze e ragazzi delle zone rurali che prendevano in mano i libri per poter partecipare al prossimo concorso.
Le ragazze si sono impegnate anche nel lavoro dell’orto, ognuna con uno spazio a disposizione e il compito di seguirlo. Il raccolto viene consumato o venduto a beneficio del Centro; hanno anche creato piccoli vivai di piante, soprattutto alberi da frutto. Tra le altre iniziative, per occuparle, abbiamo pensato all’esercizio fisico: di mattina presto, corsa di un’ora, sotto la guida di Rivaldo, Marcelina o mia; domenica, di pomeriggio, partite di palla a mano, con altri giovani della comunità locale. Sempre per mantenere occupate le giovani allieve abbiamo realizzato lezioni di cucito, qualche ricamo e a turno riassetto degli ambienti condivisi. Infine, nella misura del possibile, ci siamo preoccupati di coinvolgerle in opere di assistenza e quindi visite a persone in difficoltà; questa è una attività che, come gruppo di San Paolo, svolgiamo a favore della parrocchia alla quale segnaliamo le situazioni difficili.
Purtroppo il mulino in questo momento è fermo perché c’è stato un corto circuito e per poco non è scoppiato un incendio: adesso cercheremo di ripararlo".