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Intervista a Padre Costantino Bogaio

dalla redazione di "O Viveiro Roma", 15.12.2020

 

 

Padre Costantino Bogaio è il Superiore Provinciale dei sacerdoti comboniani del Mozambico, Presidente dei Superiori Maggiori del Paese. Conosce fin dalla sua nascita la associazione “O Viveiro” e ne è l’assistente spirituale. Gli abbiamo rivolto alcune domande:

D. Padre Costantino ci dica qualcosa sulla situazione in Mozambico oggi, cominciando dalla pandemia dovuta al Covid 19

R. Per quanto riguarda la pandemia dobbiamo ringraziare il cielo, in Mozambico i numeri sono molto bassi, si parla di cento sessanta persone decedute, un numero veramente molto ridotto se paragonato a quello di altri Paesi, bisogna anche considerare che abbiamo dovuto comunque seguire le loro stesse precauzioni e siccome la nostra struttura sanitaria non era grado di sostenere questa realtà, in poco tempo si è trovata al collasso. Sì, ci sono stati purtroppo moltissimi inconvenienti, l’isolamento e il rallentamento del processo economico ci hanno danneggiato molto, i prezzi sono saliti e la povertà è molto aumentata. Anche il sistema educativo è stato molto danneggiato, questo nuovo metodo di insegnamento genera molti ritardi e difficoltà. La Chiesa, comunque, ha lavorato molto nell’incoraggiare la popolazione e continuerà a farlo.

 

D. Ci sono altre situazioni complesse nel suo Paese?

R. C'è una situazione ancora più grave in Mozambico ed è quella legata al terrorismo. Preoccupa la Chiesa e noi tutti. Il terrorismo sta uccidendo un gran numero di persone, è un pericolo maggiore  rispetto al Covid 19. Sono stato pochi giorni fa a visitare un centro per rifugiati a Pemba, ce ne è un altro a Nampula, entrambe le diocesi sono coinvolte nell’accoglienza ai rifugiati, a Pemba ci sono circa 3000 famiglie che vivono assiepate nelle tende senza condizioni igieniche adeguate.  È una situazione insostenibile e noi come Chiesa cerchiamo di dimostrare la nostra solidarietà motivando le diocesi vicine. I rifugiati sono veramente molti, scappano dal terrorismo, in tutto si parla di circa 14000 persone, distribuite in diversi centri del Paese ma probabilmente sono di più. Come dicevo, la Chiesa cerca di dimostrare la sua solidarietà attraverso la sua rete, si preoccupa moltissimo di sostenere le persone in difficoltà in quelle zone. Infine ci sono anche altre situazioni difficili causate da dissidi di carattere politico. Questa è la situazione in Mozambico in questo momento.

 

D. E per quanto riguarda il Centro di accoglienza “O Viveiro”?  

R. La situazione creata con il Covid 19 ha toccato anche il Centro di accoglienza “O Viveiro” dove, grazie a Dio, non ci sono stati casi fino adesso. Certo si è dovuto fare ricorso al confinamento, adesso un po’ meno rigido, alcune ragazze delle classi superiori, infatti, hanno ripreso ad andare a scuola.

 

D. Da quanto tempo conosce il Viveiro?

R. Sin dall’inizio, sono diventato parroco di Chitima un anno dopo la sua creazione, il Viveiro non è un centro, è una  famiglia, dove vengono recuperate  ragazze che vengono da situazioni di estrema povertà e che trovano la possibilità di studiare e specializzarsi, ma trovano soprattutto la speranza di un futuro dignitoso che sono incoraggiate a costruire per sé stesse. Non immaginiamo cosa significhi seguirle giorno per giorno e insegnare loro ad affrontare la società ed il mondo del lavoro e soprattutto ad avere autostima. Io lo ripeto sempre: “O Viveiro” è una grande famiglia. Le “figlie”, divenute grandi, ritornano. E “O Viveiro”, comunque, continua a seguirle. Ormai è una realtà conosciuta ed apprezzata in tutta la zona di Chitima.

 

D. E sul progetto della “Carne seca?” Cosa ci dice?

R. Il gruppo di allievi dell’Università del Cile guidati dal Prof. José Luis Riveros in collaborazione con l’Associazione “O Viveiro” ha introdotto questo nuovo progetto e questa  produzione poteva essere un aiuto in più per il centro. Questa carne, infatti, non ha bisogno di essere custodita in frigorifero perché viene cotta al sole. A Chitima però non esiste ancora la cultura della carne secca. Essendo la località vicina a un fiume, si usa  seccare il pesce e non la carne. In altre città del Mozambico la si trova facilmente. Comunque la carne fresca venduta al centro è molto buona e molte persone la vengono a comprare. Bisognerà aspettare che cambi la cultura al riguardo per promuoverne la produzione, è solo una questione di tempo.